Proviamo a saperne di più su Roberto Mistretta, pluripremiato giallista di Mussomeli (Villabosco). Soffermiamoci sul Premio Alberto Tedeschi. Chiacchieriamo con il maresciallo Saverio Bonanno e apprezziamone le parole.
L'essenziale su Roberto Mistretta
Roberto Mistretta vive e lavora a Mussomeli (CL), la Villabosco dei suoi romanzi. Laureato in Giornalismo, scrive per il quotidiano “La Sicilia". Ha realizzato degli scoop ripresi da Verissimo, Maurizio Costanzo Show, Tg Rai e Mediaset, “Il Corriere della sera", "La Stampa”, “La Repubblica". Lettore onnivoro dall'asilo, adora Robin Wood, in particolare le serie che hanno per protagonisti Dago e Nippur di Lagash. Colleziona film, francobolli e gli albi di Diabolik e Zagor (ha grande simpatia per Cico), e ama gli altri eroi di casa Bonelli.
L'essenziale su Roberto Mistretta
Roberto Mistretta vive e lavora a Mussomeli (CL), la Villabosco dei suoi romanzi. Laureato in Giornalismo, scrive per il quotidiano “La Sicilia". Ha realizzato degli scoop ripresi da Verissimo, Maurizio Costanzo Show, Tg Rai e Mediaset, “Il Corriere della sera", "La Stampa”, “La Repubblica". Lettore onnivoro dall'asilo, adora Robin Wood, in particolare le serie che hanno per protagonisti Dago e Nippur di Lagash. Colleziona film, francobolli e gli albi di Diabolik e Zagor (ha grande simpatia per Cico), e ama gli altri eroi di casa Bonelli.
Tra gli scrittori predilige la visione illuministica di
Voltaire, il cinico disincanto di Oscar Wilde, il pessimismo della ragione di
Leonardo Sciascia e il mondo piccolo di Guareschi.
A partire da Giorgio Scerbanenco, (Quadrilogia del Duca
Lambert) coltiva senza dare troppo nell'occhio la sua insana passione per i
giallisti italiani, capaci come pochi di raccontare i mali oscuri della
società, e si accosta con occhio critico alle trame inverosimili dei colleghi
americani. Quando il lavoro, i libri e la famiglia non lo assorbono del tutto,
si dedica alla terra e produce frutta e ortaggi biologici.
Ha curato l'inchiesta sul Giallo siciliano con
interviste a Santo Piazzese, Gaetano Savatteri, Domenico Cacopardo, Andrea
Camilleri e altri scrittori e scrittrici. Ha vinto premi letterari e ha partecipato
a festival e manifestazioni culturali a carattere italiano ed europeo. È autore
del radiodramma Onkel Binnu sulla cattura di “zio Binnu” (Bernardo Provenzano),
trasmesso con successo da Radio Colonia in Germania.
Tra le sue pubblicazioni ci
sono: Giudici di frontiera (2011), raccolta di interviste a sei magistrati
impegnati in prima linea nella lotta alla mafia con prefazione di Giancarlo De
Cataldo; Il miracolo di don Puglisi, (2013), che racconta la sofferta
conversione di Giuseppe Carini, oggi testimone di giustizia, avvenuta grazie al
parroco di Brancaccio assassinato dalla mafia; Rosario Livatino: l’uomo, il
giudice, il credente (2015), una completa biografia del giudice ragazzino assassinato
dalla mafia; Il titano di pietra/Mussomeli e il suo castello (2015), con foto
del Maestro Melo Minnella. È autore della serie del maresciallo Saverio Bonanno
tradotta con successo in Austria, Germania e Svizzera e riproposta in e-book, a
maggio 2018, dal suo editore tedesco, la Luebbe di Colonia. Nel 2017, con Fratelli
Frilli Editori, ha pubblicato Il maresciallo Bonanno. Un'indagine siciliana,
primo episodio della serie dedicata all'esplosivo rappresentante della Benemerita.
Il suo racconto, Il marranzano d'argento, con protagonista il maresciallo
Bonanno, compare nell'antologia noir dedicata a Marco Frilli. Nel 2018 esce sempre per
Frilli Il Canto dell’upupa. Una nuova indagine per i maresciallo Bonanno
(finalista a Salernoir 2019). Nel
Giugno del 2019 esce ancora per Fratelli Frilli Editori un altro episodio del maresciallo
Bonanno ovvero Il bacio della mantide: Rose e veleni per il maresciallo Bonanno.
Premio Alberto Tedeschi - Edizione 2019
Nel mese di giugno del 2019 Roberto Mistretta riceve una
telefonata: «Complimenti lei ha vinto il premio Alberto Tedeschi. Benvenuto
nella grande famiglia Mondadori». A chiamare è stato direttamente Franco Forte,
il direttore de "Il Giallo Mondadori”. Si tratta del premio più ambito per
giallisti italiani, tanto che in molti lo definiscono lo "Strega" del genere
giallo. La vittoria gli vale la pubblicazione con il rinomato editore milanese
del romanzo vincitore: La profezia degli incappucciati. In finale
con lui Mauro Frugone, Il sangue non mente; Stefania Miotto, Il braccatore;
Cristina Rossettioni, Nel bagagliaio di M.me De Gaulle; Tommaso Russo, Giudice
ultimo.
Il premio Tedeschi è stato istituito nel 1980 ed è dedicato alla
memoria di Alberto Tedeschi, storico direttore de Il Giallo Mondadori,
traduttore e figura fondamentale della letteratura gialla e di genere italiana,
deceduto l'anno precedente. Il premio permette la pubblicazione del romanzo vincitore nella collana
de Il Giallo Mondadori e ha visto tra i suoi vincitori numerosi giallisti
successivamente affermatisi come maestri del genere. Nella lista dei premiati si leggono
nomi del calibro di Loriano Macchiavelli, Nino Filastò, Danila Comastri
Montanari, Carlo Lucarelli, Giulio Leoni e Fabiano Massimi. Grazie a Roberto
Mistretta la Sicilia si fregia del riconoscimento per la prima volta. Leggiamo
su La Repubblica. «Sarebbe troppo banale ammettere che ho provato una
soddisfazione enorme - confessa lo scrittore di Mussomeli - oltretutto alla
vigilia del quarantennale del premio. Il mio romanzo vedrà la luce il primo
luglio e approderà in edicola: ce ne sono 36 mila in tutta Italia, quando penso
alla tiratura mi viene il capogiro».
Il genere Noir e il maresciallo Bonanno
Le parole di Saverio Bonanno
Cominciamo con uno sguardo da lontano... il genere poliziesco ha per sua vocazione una struttura "naturalistica" che parrebbe avere sintonia con una ispirazione "verista" e connessioni con lo sforzo "scapigliato" di creare un romanzo che «nasceva sotto l'impulso di due esigenze, una di tipo politico-sociale e l'altra più dichiaratamente narrativa, da inchiesta di costume a metà fra il romanzesco e il giornalistico», (due campi assolutamente congeniali al nostro Roberto Mistretta). Fin dalla sua origine il giallo, e in particolare il noir, ha dovuto confrontarsi con la questione della lingua e a questo confronto non è sfuggito di certo Mistretta che adotta con efficacia le sue soluzioni. Per garantire il realismo della narrazione l’autore, specie
nei dialoghi e nelle riflessioni, si affida ad una sintassi potentemente
mimetica.
Nel discorso popolare Mistretta spesso pone nelle sua frasi il verbo alla fine: «Gli spazzini si pigliarono! Gli sbirri se li portarono!» (Un’indagine siciliana, Pag. 20), la lingua è assolutamente quella madre ma il colore è sicuramente regionale, ottenendo realismo e intelligibilità. Quando si presenta la necessità Mistretta si affida ai dialettismi adattati come munnizza, funzionali al recupero della lingua. I regionalismi in corsivo appaiono in alcuni casi particolari: «Quella cravatta non sta bene accussì». (Mantide Pag. 97). Figurano in corsivo molte parole regionali: annacati, pirtusa ecc. Qualche dialettismo in corsivo riguarda anche l'onomastica per esempio U Signaturi (Un'indagine siciliana Pag. 96). Qualche dubbio suscitano i cognomi di molti personaggi: Vasapolli, Falsaperla, Prestoscendo non tanto riguardo all'esistenza, certosinamente ricercata e dimostrata dall'autore, quanto per il cumulo e la presenza contemporanea forse troppo insistita. Infine la lingua varia diatopicamente quando il parlante usa il dialetto di altre regioni, paradgmatiche in questo senso sono le tre c napoletane di Cacici sul caffè: 'o ccafé verace add'a essere comm' cazz' coce! (Incappucciati). Diastratico, formale e accurato è il parlato di nobili, superiori e magistrati.
Il consiglio è quello di leggere tutti gli episodi de “Il maresciallo Bonanno” perché lui e la sua squadra sono quanto di più interessante produce il noir italiano in questo momento, il premio Tedeschi lo dimostra. Perché non ci sono quasi mai cali di tensione e quando ci sono è solo perché l’autore indulge a dare spazio all’ironia e al divertimento. Come nei migliori noir il finale è decisamente all'altezza in tutti gli episodi.
Il Canto dell'Upupa
la profezia degli incappucciati
Il bacio della Mantide
Il genere Noir e il maresciallo Bonanno
Noir, in francese, significa nero. Nel noir puro, quello di
scuola americana e poi ripreso da autori francesi come Manchette, Helena e
Malet, la risoluzione del crimine non è
la componente principale, bensì è solo una “scusante” per raccontare uno
spaccato di società. Il noir si
distingue dal giallo classico per la marcata componente sociologica, per la
caratterizzazione dell’ambientazione (che diventa vera protagonista della
storia, mentre nel giallo classico rimaneva solo sullo sfondo). Il noir è, per
sua natura, spesso privo del finale consolatorio. Il caso viene risolto ma
porta a sollevare problemi e aspetti poco edificanti e molto spesso il
colpevole non viene assicurato alla giustizia. Il noir è stato paragonato al
romanzo realista italiano (quello di Verga, per esempio), per la ricerca della
rappresentazione della realtà e della società civile.
Il Noir Mediterraneo può essere definito una particolare accezione del noir, sviluppatasi nel bacino del
Mediterraneo e che ha visto come protagonisti autori come Carlotto, Izzo, Andrea Camilleri, Petro Markaris e Vazquez Montalban. Il noir mediterraneo non è stato
un movimento e neppure un genere a sé stante ma si trattato piuttosto di una “percezione”. Un
gruppo di autori, provenienti da paesi che si affacciavano sul Mediterraneo,
hanno sentito l’esigenza di raccontare i profondi contrasti tra la bellezza dei
luoghi e l’efferatezza dei crimini che venivano perpetrati. Predecessori del
noir mediterraneo possono essere considerati Montalban, con il suo Pepe Carvalho, e
Giancarlo Fusco, con il romanzo Duri a Marsiglia. Montalban racconta i lati
poco turistici e certamente non gradevoli di una metropoli come Barcellona,
dando vita al personaggio combattuto e amante del buon cibo di Carvalho. Ex
agente della Cia, comunista arrestato dal regime franchista e finito a fare l’investigatore
privato, Carvalho è un uomo disilluso, che conosce Barcellona e la società
catalana. L’eredità di Carvalho viene raccolta da Jean-Calude Izzo, considerato
l’effettivo fondatore del noir mediterraneo. Attraverso la trilogia di Fabio
Montale, Izzo ha saputo raccontare il lato oscuro di Marsiglia e dare il via a
una stagione di romanzi ambientati lungo le coste del Mediterraneo.
Sulla scia di questi illustri predecessori Roberto Mistretta, fedele ai dettami del genere, ci offre un affresco interessante della zona di confine tra le province di Caltanissetta e Agrigento. Nella sua opera spesso si confronta, chiarendola, con la realtà sociale di questa parte della Sicilia. La materia del lavoro dell'autore sono i fatti, quindi la scrittura diventa strumento perfetto per l'interpretazione dell'entroterra siciliano, nelle indagini poliziesche di Bonanno sono dissimulate le indagini sui mali di questa società.
Ne Il Canto dell’upupa. Una nuova indagine per il maresciallo Bonanno il corpulento carabiniere si ritrova dipanare una intricata trama poliziesca e allo stesso tempo a far luce sul lato oscuro
dell’essere umano, quello dove alloggiano i mostri: la pedofilia. La forza civile e di denunzia pervade tutta l'opera di Roberto Mistretta che, nel terzo episodio Il bacio della mantide: Rose e veleni per il maresciallo Bonanno, oltre ad offrirci un'intrigante trama, ci spinge a confrontarci con la tratta a fini di accattonaggio e prostituzione. Mishna e sua zia vengono strappati dagli affetti familiari e dal
proprio Paese, il Kosovo, e portati in Italia dove non hanno altre possibilità di sopravvivenza che l'accattonaggio e la prostituzione. Bonanno è il mezzo attraverso il quale l'autore analizza l'animo umano.
A proposito del protagonista si legge nella quarta di copertina de La profezia degli incappucciati: Bonanno ama viaggiare e conoscere posti nuovi, gli sarebbe
piaciuto pilotare gli aerei, o fare il sub per nascondersi nelle profondità
marine. Invece, per l'uniforme che indossa, le profondità che si trova a scandagliare
sono quelle, ben più oscure, dell’animo umano. Ognuno in fondo al cuore sa che
esistono verità insondabili dalla pura ragione. E tuttavia l’indagine che dal
presunto incidente prende le mosse, per poi affrontare una serie di omicidi
legati all'enigma di una profezia, è destinata a sconcertare anche un uomo
d’esperienza come il maresciallo.
Le parole di Saverio Bonanno
Nel discorso popolare Mistretta spesso pone nelle sua frasi il verbo alla fine: «Gli spazzini si pigliarono! Gli sbirri se li portarono!» (Un’indagine siciliana, Pag. 20), la lingua è assolutamente quella madre ma il colore è sicuramente regionale, ottenendo realismo e intelligibilità. Quando si presenta la necessità Mistretta si affida ai dialettismi adattati come munnizza, funzionali al recupero della lingua. I regionalismi in corsivo appaiono in alcuni casi particolari: «Quella cravatta non sta bene accussì». (Mantide Pag. 97). Figurano in corsivo molte parole regionali: annacati, pirtusa ecc. Qualche dialettismo in corsivo riguarda anche l'onomastica per esempio U Signaturi (Un'indagine siciliana Pag. 96). Qualche dubbio suscitano i cognomi di molti personaggi: Vasapolli, Falsaperla, Prestoscendo non tanto riguardo all'esistenza, certosinamente ricercata e dimostrata dall'autore, quanto per il cumulo e la presenza contemporanea forse troppo insistita. Infine la lingua varia diatopicamente quando il parlante usa il dialetto di altre regioni, paradgmatiche in questo senso sono le tre c napoletane di Cacici sul caffè: 'o ccafé verace add'a essere comm' cazz' coce! (Incappucciati). Diastratico, formale e accurato è il parlato di nobili, superiori e magistrati.
Il consiglio è quello di leggere tutti gli episodi de “Il maresciallo Bonanno” perché lui e la sua squadra sono quanto di più interessante produce il noir italiano in questo momento, il premio Tedeschi lo dimostra. Perché non ci sono quasi mai cali di tensione e quando ci sono è solo perché l’autore indulge a dare spazio all’ironia e al divertimento. Come nei migliori noir il finale è decisamente all'altezza in tutti gli episodi.
In attesa di un nuovo
"Bonanno"... le indicazioni per gli acquisti:
Il maresciallo Bonanno. Un'indagine sicilianaIl Canto dell'Upupa
la profezia degli incappucciati
Il bacio della Mantide
Nessun commento:
Posta un commento