giovedì 30 settembre 2021

Finalmente Rosalino Granata ritorna con il suo Guido


Casteltermini, 29 09 202021 (Rondelli sono...) Siamo arrivati alla terza puntata della saga di Guido, personaggio uscito dalla penna e dalla fantasia di Rosalino Granata scrittore e poeta di haiku. L'autore di origine castelterminese questa volta si è concentrato su due fronti particolarmente scottanti: le società segrete e il bossing. In Italia, terra di Gladio e della P2, le società segrete fanno ancora paura e, seppur con simpatica semplicità, Granata ce ne ricorda la pericolosità. 

Guido per caso e improvvisamente si trova a gestire il ritrovamento di una valigetta che nasconde una serie di segreti, fin lì il caso. Ma poi decide di aprirla, da questa scelta cominceranno guai serissimi. Tra i nomi contenuti nei vari elenchi presenti nella valigetta ce n'è uno per lui particolarmente pericoloso. 

Un incontro non casuale lo espone alla vendetta di uno dei suoi superiori, inizia una serrata azione di bossing: una forma di mobbing verticale che viene messa in atto da un superiore ai danni di un suo sottoposto. 

In parole povere il bossing si concretizza in una serie di atti che determinano una penalizzazione o un’umiliazione ingiustificata del dipendente ad opera di un proprio superiore per tramite dei vantaggi della propria posizione. Il superiore mette in atto una serie di comportamenti che tendono a sfavorire in maniera selettiva la persona, come nel caso di Guido. Per essere considerato bossing a tutti gli effetti gli atti persecutori devono essere prodotti per una durata congrua di tempo. Con ciò si intende che per venirsi a configurare una situazione di mobbing di questo tipo si deve produrre più di una occorrenza di azioni penalizzanti.

Uscito per PAV edizioni, nella collana "Storie di vita", Guido, la società segreta e il Bossing, segna un'evoluzione nella scrittura di Rosalino Granata, che appare più controllata e matura. Questo quinto libro di Rosalino Granata è in grado di tenere il lettore incollato alle pagine fino all'ultimo, arrivando ad una soluzione finale non scontata. 

Il mio consiglio è quello di leggerlo, vi permetterà di passare un po' di tempo con la gradevole compagnia di Guido e del suo autore.




mercoledì 22 settembre 2021

La stele di Roberto Fragale a Châtelet (Belgio)


Il tempo scorre veloce e inesorabile et non s'arresta una hora, sono passati più di cinque anni dal quel maggio 2016, nel quale Roberto Fragale ha donato a Casteltermini e ai suoi cittadini un monumento dedicato agli emigrati. In quell’occasione i nostri concittadini con residenza all’estero hanno apprezzato molto il lavoro del maestro Fragale, tanto da chiedere un “gemello” da porre in Belgio, nella città di Châtelet, città ad altissima densità di emigrati siciliani come del resto tutto il vallone dell'Hainaut.

Cinque anni dopo arriva il gemello, un gemello “diverso” però, che ci racconta il resto della storia dei nostri emigrati: la nostalgia, la rabbia e il riscatto; la gratitudine.


    La narrazione, divisa in due sezioni, in basso parla della prima emigrazione, quella che potremmo definire l'emigrazione con la “valigia di cartone”, quella della fuga dalla fame, della speranza e… dell’inganno, quella che si è rilevata una svendita di manodopera mineraria, quasi tutta meridionale, in cambio di carbone. La nostra gente venduta per un pezzo di pane amarissimo. Ricorrono proprio i 75 anni dal trattato con il Belgio, siglato nel giugno del 1946, che prevedeva che i lavoratori italiani venissero destinati al lavoro nelle miniere di carbone e assicurava all'Italia una determinata quantità di carbone per ogni minatore inviato in Belgio

Questo triste periodo è reso pittoricamente da una sezione  della miniera di Marcinelle, anche questa evocatrice di terribili memorie, dove i vari livelli di lavoro sono stilizzati dagli attrezzi tipici dei minatori.

Alla parte superiore è affidata l’esposizione del riscatto delle successive generazioni di Castelterminesi nati in Belgio. Il riscatto viene raccontato attraverso la doppia declinazione della Cultura e della Libertà e simbolicamente reso da un libro, simbolo di cultura, che si trasforma in ali, immagine di libertà. Lo studio, la cultura, la libertà hanno consentito ai nostri compaesani di occupare posti di rilievo in vari campi, da quello lavorativo a quello sociale, da quello culturale a quello politico. L’apporto positivo dato dai nostri conterranei in Belgio l’ho raccontato in altre storie, quando ho definito gli emigranti castelterminesi i nostri “ambasciatori nel mondo”.

Sigillo e crogiolo di questa proficua convivenza è il gemellaggio delle due cittadine, accomunate anche dalle aquile che campeggiano nello stemma di ognuno dei comuni, questa coincidenza ha ispirato a Roberto Fragale un nuovo stemma/sintesi, che unisce le due metà di esse, sopra le bandiere nazionali.

Il Maestro Fragale è stato contattato da altri castelterminesi all’estero, ai quali piacerebbe avere una stele, come quella raccontata in questa occasione, che testimoni la loro storia. Ben vengano Germania, Francia, America, Svizzera…

In attesa di tempi migliori collezioniamo giorni e altre piccole cose.