Non si può avere idea
della vastità del fenomeno pedofilia, neanche lontanamente idea. Il fenomeno
più odioso che l’essere umano riesce a generare si avvale del silenzio: non
denunciano le vittime, che in alcuni casi arrivano addirittura ad autocolpevolizzarsi;
spesso non denunciano i genitori per la vergogna o perché è coinvolto qualche
parente intimo; non denunciano gli amici e i parenti. La cosa importante è
capire che il silenzio è complice, più
facciamo silenzio e più siamo conniventi. Per questo vi invito a leggere:
Roberto Mistretta, Don Fortunato di Noto (La mia battaglia in difesa dei bambini), Milano,
Edizioni Paoline, 2021.
Sull’autore Roberto Mistretta ho detto tanto in un articolo
dal titolo Roberto Mistretta... il Noir dietro
l'angolo, che volendo potreste leggere direttamente da questo
link, vi scrivo allora l’indispensabile: Roberto
Mistretta vive e lavora a Mussomeli (CL). Laureato in scienze della comunicazione,
scrive sul quotidiano La Sicilia.
Autore di una serie di romanzi gialli, nel 2019 ha vinto il Premio Tedeschi Giallo Mondadori. Ha al suo attivo
anche volumi di impegno sociale. Con Paoline ha pubblicato la biografia Rosario
Livatino, l'uomo, il giudice, il credente (2015).
Fortunato Di Noto
entra in seminario diocesano di Noto nel settembre del 1984. Successivamente
studia filosofia e teologia presso la Facoltà "San Paolo" di Catania,
quindi completa la sua formazione alla Pontificia Università Gregoriana di
Roma, laureandosi in Storia della Chiesa. Il 3 settembre 1991 è ordinato
sacerdote nella Cattedrale di Noto.
Nel 1992 diventa professore di storia della Chiesa presso la
sezione distaccata di Noto della Pontificia Università della Santa Croce di
Roma. Nel 1995 è nominato parroco della Madonna del Carmine ad Avola.
Forte di una passione per la tecnologia, nei primi anni '80 scopre per caso a Roma un sito contenente immagini di bambini violati e decide di dedicarsi al contrasto della pedopornografia. Dopo aver ideato il Telefono Arcobaleno, nel 1996 fonda l'associazione Meter, iniziando la sua battaglia contro la pedofilia. Attività che l'ha reso noto a livello internazionale. Si è fatto promotore di diverse iniziative tra cui la Giornata in Memoria dei Bambini Vittime dello Sfruttamento, della Violenza e dell'Indifferenza e la Moratoria Internazionale contro la Pedofilia. I centri dell'associazione godono del supporto della CEI (Fonte Wikipedia)
Non è mai difficile parlare dei libri di Roberto Mistretta,
perché il suo narrare è sempre piacevole e interessante, armonioso e mai
banale, godibile anche se l’argomento è terribile, come in questo caso. Il
libro che vi invito a leggere parla della battaglia che un uomo, don Fortunato Di Noto,
conduce quotidianamente assieme a tutti i componenti dell’associazione Meter.
Una battaglia senza esclusione di colpi e senza pause, perché don Fortunato e i
suoi sanno che fermarsi a tirare il fiato per un attimo può significare un altro
orrore per un innocente. Un innocente che magari si sente in colpa quando non
dovrebbe, che ha paura della reazione della sua famiglia se dovesse denunciare
un parente, magari intimo e importante.
La verità che emerge
dal lavoro di Roberto Mistretta è che di pedofilia si parla troppo poco. “Il
fenomeno della pedopornografia è inarrestabile [...] In Italia durante il
lockdown vi è stato un aumento del 136% di casi, di denunce per adescamento a
fini sessuali. La pandemia da Covid ha moltiplicato gli abusi sui minori".
Parole di don Fortunato Di Noto intervistato dall’Adnkronos. Il silenzio
favorisce i pedocriminali, di cui si parla pochissimo, che hanno impiantato un
vero e proprio business per quanto riguarda l’acquisizione di foto e video, la
produzione del materiale e quindi l’induzione di milioni bambini coinvolti in
questo traffico di esseri umani. Si va dai neonati a bambini che hanno un
massimo di 12-13 anni di vita se parliamo di pedofilia e pedopornografia, ma
poi c’è anche la pornografia minorile, altro fenomeno agghiacciante e
drammatico.
Leggere Don Fortunato di Noto(La mia battaglia in
difesa dei bambini) non
salverà la nostra coscienza, anzi la inquieterà e la scuoterà, ma ci dimostrerà
di avere ancora una coscienza. Ci aiuterà a non girarci dall’altra parte, a non
essere ignavi. Chi non denuncia, chi non urla, se è vittima non lo fa per paura,
se è testimone non lo fa per tornaconto, preferisce starsene in disparte e per
viltà attende che la tempesta passi. Denunciare aiuta a liberarsi dal peso del
silenzio, vuol dire avere la certezza di non essere lasciati da soli contro i
mostri. Ci sono i volontari di Meter, c’è Don Fortunato Di Noto e con loro la
legge, la giustizia e l’affetto che questi innocenti meritano.