Il siculish dicevamo... sono contento
che, dopo la pubblicazione della prima parte, molte persone si sono prodigate a
suggerirmi parole, a raccontarmi storie, hanno sottolineato come il siculish
ha un forte sapore identitario. Identifica loro, gli emigrati italiani nel
continente americano, mi ha scritto uno di loro: <<Storu non appartiene né
ai Canadesi, che dicono store (stor),
né ai siciliani, che dicono putia. È
una parola nostra, perché noi non saremo mai pienamente canadesi e non siamo
più solamente siciliani>>. I nostri emigrati sono davvero acrobati linguistici in equilibrio su un filo teso tra due mondi, il siculish, in questo carattere ibrido del loro esprimersi vedono
un pregio anziché un difetto. Per questo il siculish sarà parlato sempre,
perché fa comunità e veicola un paradossale senso identitario: fatto di un'identità doppia e unica allo stesso tempo.
Ritorna a fare da perno a questo mio
piccolo contributo la storia dei fratelli Mancuso in Canada, la loro voglia
di inserirsi nella società canadese, senza però dimenticare le proprie origini.
Racconta la signora Gina Mangione che i fratelli Mancuso, assieme ad altri emigrati, avevano fondato un club, che con
orgoglio etnico e culturale allo stesso tempo si chiamava PIRANDELLO. Avevano
affittato un immobile a St. Clair dove riunirsi e organizzare feste. Da queste
feste viene fuori lo straordinario documento (lo commenterò alla prossima puntata) che
trovate alla fine di questo pezzo.
Una cosa è certa i fratelli Mancuso si
impegnavano quotidianamente per affermarsi in Canada, lavoravano indefessi
e facevano grandi sforzi per imparare l’inglese, anche perché era una delle
condizioni che gli permetteva di rimanere in Canada, non perdevano però il senso
dell’umorismo e quando la ticcia (teacher)
della scuola serale per lavoratori, che frequentavano per imparare l'inglese,
diceva: That's door, Cinuzzo rispondeva: Cazzi d'oro! Suscitando l’ilarità di
tutti. Simpatico anche l’esame di inglese di Cinuzzu Mancuso per ottenere la
cittadinanza canadese.
Dopo una breve permanenza a Toronto in Canada, Cinuzzo era stato convocato dal Consolato per ottenere la cittadinanza Canadese. Ovviamente non si sentiva linguisticamente pronto per affrontare le domande in inglese, per questo manifestò le sue perplessità al nipote Enzo, che stava in Canada già da qualche anno.
- ...e chi ci voli,
abbasta ca ci cali a testa, e a ogni dumanna ci dici: yes yes.
Disse il nipote Enzo, che si era reso disponibile ad
accompagnarlo.
Sembra la
premessa di una barzelletta ma non è così, zio e nipote la mattina del
colloquio indossarono il vestito migliore; si rasarono, entrambi emettevano un
gradevole odore di dopobarba italiano; pettinati ed ottimisti si presentarono
al colloquio.
Entrati
nell’ufficio in cui Cinuzzo, se il colloquio fosse andato bene, avrebbe ottenuto la sua
cittadinanza canadese, il nipote, Enzo, fece le presentazioni, dicendo nome e cognome
e precisando che si trattava di suo zio. L'ufficiale del consolato chiese se
Cinuzzo parlasse inglese, condizione senza la quale non poteva ottenere la
cittadinanza.
- Yes a little bit! (un poco sì), rispose Enzo. Mentre
Cinuzzo annuiva e timidamente sorrideva.
Infine l’ufficiale si rivolse direttamente a Cinuzzo.
- Are you
Italian? (sei italiano?).
- Yes, Yes.
Did you come
to Canada to look for work? (sei venuto in Canada per cercare lavoro?).
- Yes, Yes.
Cinuzzo diresse timidamente gli occhi verso il nipote, che
gli diede un segno di approvazione con gli occhi, mentre con voce sommessa gli sussurrava
la traduzione delle domande dell’ufficiale. Stava andando
benissimo! Ma a quel punto l’ufficiale del Consolato rimprovera Enzo:
-Please, you
don’t have to translate anything! Your uncle understands everything I’m asking
him! (Per favore, non devi tradurre nulla! Tuo zio capisce tutto quello che gli sto
chiedendo!).
Quindi Enzo
dovette tacere…
- Are you
willing to work night shifts? (Sei disposto a fare i turni di notte?).
- Yes, Yes.
- Have you
ever had mental disorders?
- Yes, Yes!
- No, No! – Intervenne il nipote, mentre Cinuzzo lo guardava
sbalordito.
- Ti addumanna si sì pazzu!
- No, no. – cominciò ad urlare Cinuzzo.
L’ufficiale fece un
sorriso, anche se non conosceva l’inglese, avrebbe concesso la cittadinanza a
questo bravo signore italiano.
Per imparare l’inglese c’era tempo, c’era il
siculish e c'era...