La lettura attraverso il web ha
caratteristiche tali da riuscire spesso a condizionare la scrittura destinata a
questo tipo di fruizione.
La stesura per il web, se vuole essere efficace, ha quindi la necessità
di adattarsi alle esigenze e alle peculiarità del “lettore internet”. Infatti,
il più delle volte, ci troviamo di fronte ad un fruitore in cerca di un’informazione
“rapida” e che, se lo riterrà opportuno, sceglierà di approfondire l’argomento
scelto solo in un secondo momento.
Spesso il lettore web più che leggere la
notizia la “scrolla”,
utilizzando una delle caratteristiche che i supporti tecnologici (Smartphone,
tablet, pc) gli offrono. Per questo motivo in molti casi la scrittura on-line
deve assecondare determinate esigenze di composizione del testo, lo scopo è
quello di catturare subito l’attenzione del lettore grazie
all’immediatezza dell’informazione.
In caso di testi brevi i destinatari della scrittura web spesso non
sono lettori nel senso tradizionale del termine, accanto ai lettori che hanno
l’abitudine ad una lettura assidua su supporto cartaceo, prolifica una
maggioranza di “lettori web” in senso stretto, lettori cioè che leggono solo
dai supporti digitali e che hanno caratteristiche peculiari determinate dal
supporto. Chi legge da un video
predilige la brevità dell’informazione.
Il primo accorgimento per una scrittura efficace per qualsiasi tipo di
lettore è la brevitas. L’americano
Steve Krug, esperto di usabilità e comunicazione consiglia nel suo “Don’t Make
me think” (2001)[1], di
togliere il 50% delle parole da un testo da pubblicare on line e, dopo questa
scrematura, di togliere un altro 50% delle parole rimaste.
La soluzione suggerita da Steve Krug francamente appare esagerata a
chi è educato a leggere indipendentemente dal web, l’obiettivo però è quello di
attirare l’attenzione anche di lettori abituati ad una lettura veloce,
frammentaria e disordinata, pertanto il lettore va “catturato” con testi brevi,
sintetici e concentrati.
Nel nostro caso brevitas non significa necessariamente sacrificare i contenuti
dell’informazione ma saperli organizzare in modo efficace:
v Concentrare
i concetti più importanti all’inizio dello scritto. Il lettore spesso legge solo le prime righe e
in ogni caso vuole capire fin da subito cosa sta leggendo e se rientra nei suoi
interessi. Jakob Nielsen[2],
guru della web usability consiglia l’ordine della cosiddetta “piramide rovesciata” ovvero iniziare
dalla conclusione per scendere via via verso maggiori dettagli. In
pratica, la prima parte di un articolo deve essere un riassunto del contenuto, il
resto del testo un approfondimento. In questo modo qualora la lettura venisse
troncata a metà (ipotesi plausibile in rete!) l’utente avrà già incontrato i
concetti principali. “In qualunque punto si fermi il lettore deve sempre aver
letto le informazioni più importanti” (Nielsen, 1997).
Qualcuno mi si accusa di
essere un po’ barocco nella scrittura e questa caratteristica non è adatta al
web. Ormai però in pochi fanno caso allo stile di scrittura, perché i contenuti quasi
non si leggono più, si “scorrono”. Se si ha una scrittura barocca come è a volte la mia,
finisce che il lettore si annoia e non ti legge. Allora ho cominciato a
scrivere a piramide rovesciata. Una volta si scriveva a candelabro cioè si
partiva da concetti generali per arrivare al succo del discorso, con finale
spesso imprevedibile. Ora che le informazioni si scorrono, il lettore vuole
leggere subito la notizia più importante, alla fine avrà un'informazione
parziale ma sufficiente: questa è la struttura a piramide.
Un testo lungo (un Saggio Web per esempio!) deve necessariamente essere diviso in
paragrafi, ogni paragrafo deve essere dedicato ad un concetto, questo rende più
leggero l’approccio visivo alla lettura e scoraggia di meno il lettore.
Pensate al ciclismo e più precisamente alla
differenza tra una gara di un giorno (Milano-San Remo, Parigi-Roubaix) e una
corsa a tappe (Giro, Tour, Vuelta) e ai vostri lettori come a dei
ciclisti. Ci sono quelli specializzati nelle corse di un giorno, per
esempio i velocisti che, quando affrontano le corse a tappe, spesso si ritirano
prima che comincino le frazioni di montagna, lettori web abituati alla velocità
e alla brevità dell’informazione. Poi ci sono i corridori che prediligono le
corse più lunghe, quelle le cui prove si dipanano in più giorni. Lettori di
lungo corso, abituati a leggere saggi e lunghi articoli... abituati, appunto.
[1] Steve Krug è uno tra i più noti
e rispettati esperti di Web Usability. Da anni con Circle.com lavora “dietro le
quinte” conducendo test di usabilità per aziende come Apple, IBM, Netscape,
AOL, Excite.
[2] Jakob Nielsen è uno
scrittore, oratore e consulente. Ha conseguito un dottorato in design
dell'interfaccia utente e informatica del Politecnico Danese. Nielsen ha
lavorato nella Bellcore, nell'IBM, e come ricercatore senior alla Sun
Microsystems. Nel 1991, quando il Web era ancora all'inizio, Nielsen
correttamente predisse che gli ipertesti sarebbero stati il futuro del design
dell'interfaccia utente e colse l'occasione per scriverne un libro, che ha
aggiornato nel 1995 tenendo conto del successo del Web.
Nielsen è inoltre noto per le
sue critiche (spesso severe) a siti popolari: l'informatico danese si è
espresso contrariamente al fatto che questi presentino spesso elementi quali
animazioni (come Flash) e grafiche tali da andare a scapito dell'usabilità,
cosa particolarmente dannosa per i disabili. Nielsen continua a scrivere ogni
quindici giorni in una newsletter sul web design e ha pubblicato vari libri sul
soggetto.
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