giovedì 26 dicembre 2019

L'Albero dei desideri di Casteltermini



Da un po’ di giorni si trova in piazza Duomo, non riesco ancora a decidermi se lo ritengo bello o brutto. Di certo sono convinto che è importante, lo è per tutta la nostra Comunità, per la sua identità della quale rappresenta il risultato simbolico di un tragitto sinuoso e anomalo che ha unito, in piccole o grandi occasioni, un gruppo di caparbie donne.
Ogni “mattonella” di questo albero è passata attraverso l’angoscia o la felicità, la gioia o la tristezza delle singole signore che l’hanno pazientemente realizzata. Ha sostato nelle loro case: testimone del vissuto di ognuna, per poi allargarsi e diventare la storia di un paese, Casteltermini, alla disperata ricerca di se stesso, nel ricordo di un passato glorioso e ormai lontano, forse perso per sempre. “L’Albero dei Desideri” ha allontanato, finalmente, la nostra Comunità dal teatrino social di “chi vince e chi perde” tramutandosi in un grande mosaico, che nei suoi particolari ci parla di un popolo multiforme ed eterogeneo, di donne emigrate con il corpo ma presenti con il cuore. L’albero è diventato così una metafora capace di dare l’idea di come 2000 e più “mattonelle” vengano con pazienza messe una affianco all’altra nel tentativo di far emergere una figura, un’idea, una storia appunto, la nostra.
Ogni mattonella rappresenta uno di noi, la nostra inutile solitudine che si oppone all’albero, simbolo di unità e compattezza. Dobbiamo tornare ad essere Comunità, questa vicenda ci ha indicato il cammino per ritrovare la nostra identità, per ritornare ad essere un popolo. E non è un caso che ad indicarci la strada siano state le donne della Comunità


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