Panoplia
pan-ò-plia
panòplia s. f. [dal
gr. πανοπλία, comp. di παν- «pan-» e ὅπλον «arma»]. Armatura completa, e in partic., presso gli
antichi Greci, l’armatura degli opliti.
L’etimologia ci rimanda agli opliti[1] e al
greco: pan tutto oplon arma.
Per panoplia si intende anche l’insieme
di armi, generalmente
bianche, o di varie parti di un’armatura, disposte come trofeo, per lo più su
parete, a scopo decorativo. La panoplia incarna la decorazione fondamentale per
ogni salone antico o finto tale che si rispetti.
Anche la raffigurazione pittorica o plastica
di tale insieme, in
uso specialmente nel Rinascimento, e anche nel periodo dell’arte neoclassica, nella
decorazione architettonica o in monumenti celebrativi.
Panoplia
assume un significato deplorativo quando l’insieme risulta pacchiano ed
esageratamente ostentato. Le attuali leggi non permettono l’ostentazione di armi e la panoplia è stata, giustamente, sostituita da armadi blindati porta
fucili. Oggi il “Generale” del Candido di Leonardo Sciascia non potrebbe
correre «a staccare un fucile o una pistola dalla panoplia».
[1] L'armatura completa di un oplita
"tipo", definita con il termine panoplia, era costituita da un elmo,
in greco kranos (famoso il modello corinzio, preferito dalle popolazioni
doriche, ma diffusi anche modelli meno protettivi, e al contempo meno limitanti
per la vista e l'udito come il calcidico, l'attico e il beotico), da una
corazza in lana o lino e cuoio lavorati (linothorax) che proteggeva
efficacemente dalle frecce o da delle corazze più elaborate in bronzo (le
thorax in epoca arcaica diffuse erano quelle "a campana", più costosi
e, inizialmente più rari, i torax "anatomici"), da schinieri in
bronzo (molto scomodi, per questo non sempre usati o utilizzati solo sulla più
esposta gamba destra, spesso sostituiti da schinieri in cuoio o da un'ocrea),
da una corta spada in ferro (xiphos, anche se in età arcaica pre falangitica
erano utilizzati molti tipi di lama, inclusi il kopis e la makhaira, in seguito
proprie della cavalleria), da una lancia (dory) ed infine da uno scudo bronzeo
rotondo (hoplon) fornito di un passante centrale e di un'impugnatura lungo il
bordo (antilabē).
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