sabato 26 dicembre 2020

Come la ricorda Rondelli (Puntata 0)

 


         Quante volte avete sentito parlare di Alzheimer? Una malattia che annulla la persona. Noi abbiamo pensato a questa serie di piccoli inserti, che parlano della memoria, proprio perché, ci siamo resi conto di una cosa importante: l'Alzheimer, facendo perdere la memoria, ci sottrae le persone care.

         Io sono venuto a contatto l’Alzheimer, prima inconsapevolmente, quando ne sono stati colpiti i miei nonni e poi, più consapevolmente, quando ne è stata colpita mia madre. Solo  allora ho capito che si doveva intervenire, senza tentare di prodursi in  nessuna pretesa scientifica, anche perché l’Alzheimer, diciamoci la verità, ancora non si è capito cosa realmente sia. Presi dalla necessità di agire, ci siamo inventati una formula, grazie alla quale cerchiamo di salvare la memoria, i ricordi, i pensieri delle persone in Alzheimer, al di là della questione rigorosamente scientifica e senza nessuna pretesa in questa direzione, siamo convinti che conservare la memoria dei singoli possa avere un ruolo fondamentale nell’arginare la perdita di memoria di massa.

         Per questo motivo ci aggireremo nei ricordi di mia madre, quelli che mi ha raccontato, quelli che mi ha affidato: le cose delle quali parlava, quando l’Alzheimer incipiente non la aveva ancora cancellato del tutto la memoria. Noi ve li racconteremo, cercando di ricomporli nel quotidiano.

         Tutto questo si lega anche al fatto che la società contemporanea sta perdendo la memoria, e quindi le memorie delle persone che sono state colpite da Alzheimer, e che sono state cancellate, servono a ricostruire la memoria di tutto il resto della comunità, che può essere la comunità castelterminese, ma che può essere la comunità di qualsiasi paese del mondo. Questo è quello che ci proponiamo di fare nelle prossime puntate, nelle quali gireremo per il paese raccontando le memorie di tutte quelle persone con le quali sono venuto a contatto e la cui memoria è andata perduta.


Malattia di Alzheimer

Oggi molto diffusa a causa del sempre maggiore invecchiamento della popolazione, la malattia di Alzheimer fa parte dei processi di decadimento irreversibile dell'attività psichica. È una delle più serie malattie del cervello: la persona colpita perde gradualmente la memoria e spesso anche le capacità riguardanti il linguaggio e l'orientamento nel tempo e nello spazio

Le manifestazioni della malattia

La malattia prende il nome dallo psichiatra Alois Alzheimer, che ne diede nel 1907 la prima descrizione scientifica. In maniera simile ad altre forme di demenza, la malattia di Alzheimer si manifesta inizialmente con difficoltà di memoria. Gradualmente il disturbo peggiora e si possono associare problemi di attenzione, di orientamento nel tempo e nello spazio e di esecuzione di calcoli; inoltre si possono manifestare difficoltà nel linguaggio. Il malato perde sempre più la propria autonomia, in quanto non è più capace di vestirsi, lavarsi, riconoscere le persone, mangiare da solo. In una fase ancora più avanzata viene meno la capacità di movimento e il malato non è più in grado di alzarsi dal letto; può anche avere convulsioni e infine morire per altre malattie che facilmente aggrediscono un fisico tanto indebolito.

Le cause

Le cause di questa malattia sono sconosciute. Sappiamo che alcune cellule del cervello (in questo caso i neuroni) iniziano a morire. Gradualmente il processo va avanti, accompagnato, o più probabilmente preceduto, dall'accumulo di proteine anomale. In certi casi di malattia di Alzheimer ereditaria sono state identificate alterazioni in alcuni geni che possono in parte spiegare l'accumulo di tali proteine nel cervello. Tuttavia, i casi di malattia di Alzheimer ereditaria sono assai rari. In tutti gli altri casi, quelli non ereditari, le cause della malattia restano sconosciute anche se sono stati scoperti geni che potrebbero essere associati a un aumento del rischio. Per quanto riguarda cause e fattori di rischio di origine non genetica, si ipotizza che la malattia sia più frequente in persone con un basso livello di istruzione o che hanno subito traumi al cranio. Tuttavia, si tratta solo di ipotesi che devono essere confermate.

La diagnosi

La diagnosi di malattia di Alzheimer è assai difficile, visto che esistono molte altre forme di demenza. Inoltre, anche persone anziane malate di depressione possono sembrare dementi. Tuttavia, attraverso test che valutano le capacità intellettive, esami del sangue, la TAC (Tomografia assiale computerizzata) e la risonanza magnetica ‒ che forniscono immagini particolareggiate del cervello ‒ , l'elettroencefalogramma ‒ che mostra l'attività elettrica del cervello ‒ , è possibile riconoscere la probabile presenza della malattia di Alzheimer. Soprattutto, è possibile escludere altre cause curabili di demenza; per la malattia di Alzheimer, invece, non esistono cure in grado di guarire il paziente, anche se particolari farmaci possono migliorare transitoriamente alcune funzioni nel 30÷40% dei casi.

Il numero dei malati

La malattia di Alzheimer rappresenta certamente un grave problema non solo medico, ma anche sociale. Infatti, nella popolazione sopra i 65 anni 5 persone su 100 sono affette da demenza, e nella metà dei casi si tratta di malattia di Alzheimer. Il numero di persone colpite è destinato a crescere ancora di più nei paesi industrializzati dove, entro il 2030, si prevede che la popolazione anziana sarà più che raddoppiata. Inoltre, la malattia non coinvolge soltanto i pazienti, ma anche i familiari e coloro che devono assisterli in tutte le attività quotidiane quando queste persone perdono la loro autonomia.

(www.treccani.it)




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