Il mio amico Nardo mi ha “sfidato” a scrivere sulla parola immaginario, in realtà più che di una sfida si tratta di una provocazione! perché, per noi Nardi, l’unico modo di cambiare le sorti di questo paese consiste nel cambiarne l’immaginario collettivo. Ma chi è Nardo? Semplice… il mio amico immaginario, (lol). Il sindaco che avrei voluto, ma che sindaco non voleva esserlo, perché lui, nel suo immaginario, vagheggiava un sindaco donna, in un paese che una sindaca non l'ha mai avuta e che forse per questo è ridotto così male, senza forse.
L’immaginario di Nardo? Uguale al vostro! Non ci credete? Leggete cosa mi ha scritto:
“Non lo avete saputo?! A quanto pare viviamo nella versione
peggiore di Casteltermini, ma ne esiste una migliore, con le stesse persone, ma
in cui le cose vanno bene, comunque meglio. Si chiama CastelNardo, hanno un
sindaco donna che ogni mese fa una diretta in cui informa i cittadini. Sembra
che abbiano pure progettato un sistema per aumentare l'occupazione tramite i
fondi europei a cooperative, questa volta produttive però. Ne hanno create 5 che danno lavoro a 172 persone.
Alcuni emigrati hanno già iniziato a fare rientro. Il paese partecipa ad
assemblee plenarie una volta ogni 4 mesi in cui si progetta a distanza di tre
anni. Sembra che abbiano appena deciso di adottare una cryptovaluta locale, che vale solo nei negozi di Casteltermini e che fa risparmiare (più del finto risparmio dei centri commerciali). Ne
hanno parlato al Tg3. Non lo avete sentito?”.
Immaginario… un nuovo immaginario, perché
ogni resistenza culturale, intellettuale, sociale comincia da un futuro
immaginato. Un ripensamento necessario, un tornare al perché Nardo? Uno sguardo
antropologico, che strizza l’occhio alle scienze sociali, alla loro
irrinunciabile vocazione politica, alla loro comunicazione discosta e distinta.
Non ci sono grandi sforzi da fare, basta osservare come è ridotto il paese per
avviare il pensiero critico. Basta l’osservazione
per essere costretti ad inventare nuove pratiche di libertà, per cambiare il nostro
immaginario… già, l’immaginario! Non lasciatevi turlupinare immaginate un paese diverso, immaginate un paese migliore!
immaginàrio (letter. imaginàrio)
agg. e s. m. [dal lat. imaginarius, der. di imago -gĭnis «immagine»].
– 1. agg. Che è effetto d’immaginazione, che non
esiste se non nell’immaginazione e non ha fondamento nella realtà: esseri, mostri
i.; personaggi di un mondo i.; i suoi timori sono
soltanto i.; gli amori i. non soltanto anticipano ma quasi nutrono
quelli veri (L. Romano); malattie i., e per estens.,
riferito a persona, malato immaginario. 2. s.
m. a. Il termine, inteso nel pensiero filosofico come funzione
e contenuto dell’immaginazione, e variamente definito in rapporto al variare
del concetto di «immagine» nei diversi pensatori (produzione di stati di
coscienza senza valore di realtà, in Cartesio, Spinoza, Hobbes; organo di
sintesi del processo delle percezioni, in Kant; organo del pensiero nel quale
la realtà viene rappresentata in assenza di essa, diversamente dalla percezione
che dà la realtà in presenza, nella fenomenologia contemporanea), ha avuto via
via o una interpretazione negativa, come movimento di diversione e fuga dalla
realtà, o positiva, come funzione sintetica della percezione o come
integrazione dei dati reali verso il possibile. b. Con altra
accezione, la sfera dell’immaginazione quale si costituisce e si può
riconoscere attraverso i miti, la produzione letteraria e cinematografica, la
pubblicità: il reale e l’i.; il cinema è da molti
considerato l’espressione massima dell’i. collettivo. Anche, talora, la
facoltà immaginativa: l’i. infantile è spesso altamente poetico. 3. agg.
e s. m. In matematica, numero i., numero complesso in cui la parte
reale sia nulla, e il cui quadrato sia quindi un numero reale negativo
(il termine è usato talora per indicare impropriam. qualunque numero complesso:
si dicono allora i. puri i numeri che soddisfano
la precedente definizione). Unità i., o immaginario s.
m. (simbolo i), il numero il cui quadrato è l’unità negativa, i2 =
- 1. Punto, retta, piano i. (o complessi)
sono detti rispettivamente un punto, una retta, un piano nelle cui coordinate
(o nei cui coefficienti) intervenga qualche quantità immaginaria. u Avv. (poco com.) immaginariaménte,
per forza di immaginazione, per mezzo della fantasia.
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