mercoledì 11 dicembre 2019

Profumo di donna, Rosa Quasimodo “la donna dei due scrittori”


Parlando con un vecchio amico della Stazione di Acquaviva il discorso è scivolato sulla presenza di due scrittori, tanto importanti, come Vittorini e Quasimodo in quel luogo tanto abbandonato, la "nostra" stazione.
Quasimodo, un premio Nobel; Vittorini il fautore del passaggio dalla cultura degli anni trenta alla nuova cultura democratica, entrambi nella nostra stazione? Ebbene sì. Anche se mi è stato più facile trovare le prove sulla presenza di Vittorini, pure Quasimodo ha abitato lo stesso luogo. Secondo il Luperini, La scrittura e l’interpretazione (Palumbo editore), tra il 1901 data di nascita e il 1908 data del trasferimento della la famiglia Quasimodo a Messina. Anche secondo Giulo Ferroni, Storia della letteratura italiana (Einaudi), il periodo più probabile di permanenza di Quasimodo nella stazione di Acquaviva è quello della prima infanzia. Diventa per me difficile, se non impossibile, trovare delle tracce più chiare del passaggio di Quasimodo, è comunque indubbio che il poeta siciliano abbia abitato la nostra stazione.
E il “profumo donna” del titolo? “Profumo di donna” è un film del 1974, diretto da Dino Risi, tratto dal romanzo “Il buio e il miele” di Giovanni Arpino. Presentato in concorso al Festival di Cannes 1975, è valso a Vittorio Gassman il premio per la migliore interpretazione maschile. Gassman interpretò il capitano in pensione Fausto Consolo, che rimasto cieco a causa di un’esplosione, ha sviluppato, nonostante la grave menomazione, la capacità di cogliere il fascino di una donna solo dal profumo da lei emanato. Nella nostra storia dov’è la donna? Tra Vittorini e Quasimodo il legame più forte non era sicuramente la nostra stazione, ma una donna affascinante e misteriosa della quale ho però faticato a tenere la scia.
Preso dalla curiosità di indagare mi sono imbattutto nella straripante personalità di una singolare signora: Rosa Quasimodo. Moglie di Vittorini e sorella del Nobel siciliano. Una figura sfuggente, la cui importanza si percepisce a naso, ma rimane quasi inafferrabile. A questo punto un dato è certo, anzi due, Vittorini e Quasimodo hanno abitato entrambi la Stazione di Acquaviva ed erano cognati. L’intrigo diventa interessante e la fantasia vola. La prima ipotesi che mi viene in testa è anche la più comoda e affascinante: Vittorini e Rosa si sono conosciuti nella nostra stazione, si sono innamorati e si sono sposati. Troppo semplice e soprattutto troppo bello. Non coincidono le date Salvatore Quasimodo nasce nel 1901, sua sorella Rosa nel 1905, Elio Vittorini nel 1908, data del trasferimento della famiglia Quasimodo a Messina. Peccato, avevo fiutato una bella storia… avevo sentito il profumo di fiori d’arancio e di rosa, l’ineffabile Rosa “fresca e aulentissima”, ma non è possibile, non ci si sposa a tre e zero anni.
E allora? A questo punto ho ritenuto doveroso continuare la ricerca. Grazie ad un lavoro un po’ più sistematico, scopro che nel 1984 Rosa aveva pubblicato un libro di memorie, Tra Quasimodo e Vittorini (Lunarionuovo), c’è solo un problema: l’edizione è esaurita da anni. Mi Arrendo? No! Scrivo una email alla casa editrice, spiego al meglio le mie ragioni… in brevissimo tempo mi arriva questa risposta; <<possiamo farle giungere, a giro di posta dalla sua eventuale ordinazione, copia anastatica del “Tra Quasimodo e Vittorini” di Rosa Quasimodo>>. Sul prezzo da pagare è meglio tacere, mi viene qualche dubbio, poi cedo alla curiosità. In poco tempo ho in mano il mio prezioso (mi sarebbe piaciuto dire libro) blocco di fotocopie. Sorvolo sulla questione della stazione alla quale non posso aggiungere più niente di nuovo e vado direttamente al rapporto tra Vittorini e i fratelli Quasimodo. La prima cosa che scopro cambia completamente la prospettiva: l’inaspettato. Rosa Quasimodo aveva conosciuto Elio Vittorini, figlio di un ferroviere, a Siracusa. Il matrimonio, nel 1927, era stato del tipo “riparatorio”, perchè i due giovani erano stati protagonisti della classica “fuitina” siciliana (il passare almeno una notte insieme all’insaputa dei genitori).
Elio Vittorini, il meno siciliano degli scrittori siciliani, l’autore de “Il Sempione strizza l’occhio al Frejus” si ‘nni fuj? Questo modifica la percezione che io ho sempre avuto di questo amatissimo autore, lo umanizza, me lo rende più vicino e soprattutto più siciliano. La curiosità diventa morbosa, fiutata la traccia non la mollo, adesso voglio sapere di più sulla fuitina. Una cosa è di facile deduzione, le età dei fujuti! ffrr Il matrimonio avviene nel 1927, Elio nasce nel 1908, Vittorini si sposò giovanissimo a diciannove anni. Anche Rosa era nel fiore degli anni, ma un po’ più grande, ventuno anni. La curiosità non si ferma, la fujtina viene descritta così nel ricordo di Rosa: “Una notte di agosto, presi accordi, mi aspettò alla finestra della sua camera, attraversai scalza tutta la tettoia della stazione ed entrai in casa sua…”. Il ruolo più attivo e più rischioso nella fuitina, nenche a dirlo, fu proprio della seducente Rosa.
A pieno titolo Rosa e con un pizzico di civetteria, ma anche con intenzionale autoironia, amava definirsi “la donna dei due scrittori” anche con il fratello ebbe un rapporto intenso che la portava spesso, pur essendo più piccola, ad assumere un ruolo protettivo, quasi da madre. Un altro stralcio dal libro di memorie di Rosa, ci rivela questo altro tratto della personalità di questa donna, molto legata al fratello poeta e che di lui ha lasciato delicati ricordi, come questo: “Una sera papà diede un manrovescio a Totò, che si lasciò scivolare sotto il tavolo e vi rimase. Io mi affannavo intorno a lui, cercando di rialzarlo e consolarlo, parlava di andarsene lontano, ma gli occorrevano soldi. “Lavorerò e li guadagnerò”, disse, e io piangendo gli offrii i miei gioielli: una catenina e un braccialettino…”
L’odorosa scia, il profumo di una donna di nome Rosa, mai nome fu più profumato e adatto, non ci deve fare dimenticare il punto di partenza: L’articolo di Marco Burgio sul degrado della nostra stazione… io non ci vado da tempo, ricordo che c’era un rosaio rampicante che saliva su una tettoia, le rose amano salire sulle tettoie, il vento ne porta il profumo, profumo di Rosa.

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