Un
carato di carrubo
La parola che mi ha incuriosito questa settimana è “carato”,
non tanto per le sue caratteristiche etimologiche, ma per vicende personali,
come nel caso di salamelecchi, e per il suo rapporto con l’albero, sarebbe più corretto
dire con il baccello, del carrubo.
I
carrubi
Capitava a volte, quando frequentavo le elementari, che
qualche compagno portasse in classe delle carrube, frutti del carrubo, albero
sempre verde spontaneo e tipico della nostra terra, che si caratterizza per la sua longevità. Mentre le mangiavamo, chi aveva portato le carrube, fingendo di avere sorpreso un
compagno a “rubare” i frutti, gridava la frase: C’arrubi carrubi? carrubinera carrubinera! Si fingeva quindi che
qualcuno avesse rubato le carrube e il proprietario, avendolo sorpreso,
chiamasse i carabinieri, poi ci dividevamo in guardie e ladri. La frase era il segnale per dare il via ad una sarabanda di fughe, rincorse e legnate, che si concludevano quando il professore si
metteva ad urlare, minacciando di ricorrere alla “santa” bacchetta.
Il carato
Ma tutto questo cosa
c’entra con il carato? Andiamo prima a stabilire cos’è un carato: unità di peso delle pietre preziose; indice di
purezza delle leghe auree e più in generale un ventiquattresimo. Leggiamo nel
dizionario Treccani: carato s. m. [dall’arabo qīrāṭ
«grano di carrubo; piccolo peso», e questo dal gr. κεράτιον,
dim. di κέρας -ατος «corno1»]. – 1. Ciascuna delle 24
parti uguali in cui si divide l’oncia agli effetti dell’indicazione del titolo
dell’oro; è unità di misura che serve a calcolare il numero di parti di oro
fino contenute in 24 parti di lega, oggi sostituita dalla titolazione in
millesimi: oro a 24 c., oro a 20 c., cioè, rispettivamente, purissimo o
contenente 20 parti di oro fino e 4 di altro metallo
Secondo
la cultura popolare i semi del carrubo hanno la qualità di avere tutti uguale peso e quindi, pesando pochissimo, sono perfetti per ponderare pietre e metalli
preziosi. Dapprima venivano utilizzati proprio come pesi nelle bilance di precisione,
poi si è stabilito convenzionalmente che il peso del carato è di 0,2 g.
Il
carato è però rimasto legato al numero 24, uno infatti rappresenta la
ventiquattresima parte di un totale: l’oro puro è detto appunto 24 carati,
mentre quello in commercio di solito consta di 18 carati d’oro e di 6 di
metalli meno nobili.
Occhio
a non lasciarvi turlupinare con percentuali minori!
Le carrubbe hanno le seguenti proprietà: sono un alimento dimagrante, astringente, antiemorragico, antiacido, antisecretivo gastrico.
La carruba contiene:
- 10% di acqua,
- 8,1% di proteine,
- 34% di zuccheri,
- 31% di grassi,
- fibre e ceneri.
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